I disturbi alimentari sembrano essere la malattia della nostra epoca. I mezzi di comunicazione di massa presentano modelli di donne snelle e soddisfatte della loro vita. Suggeriscono che è più importante l’apparenza esterna dell’identità interna. Questi messaggi inducono le giovani a voler assomigliare alle ragazze protagoniste ma seguire questi modelli spesso significa ammalarsi di anoressia.
Le vittime dell’anoressia sono per lo più femmine ma purtroppo l’anoressia si sta diffondendo anche tra i maschi. A partire dagli anni ’60 del secolo scorso l’incidenza dell’anoressia è raddoppiata nel mondo occidentale. E’ una malattia sconosciuta in quelle parti del mondo in cui il cibo scarseggia e la magrezza non è considerata virtù.
L’anoressia nervosa è caratterizzata dall’ostinata ricerca della magrezza in relazione al terrore di ingrassare. La paziente perde la capacità di valutare obiettivamente il suo aspetto e non si sente mai abbastanza magra. Vengono studiati molti trucchi per digiunare senza “dare nell’occhio”. Si pratica attività fisica fino all’esasperazione: dimagrire diventa l’unico interesse. Il peso si riduce al di sotto dell’85% del peso considerato normale in rapporto all’età e all’altezza. Nelle donne scompaiono le mestruazioni.
L’anoressia è una malattia che può portare alla morte.Le più comuni cause di decesso sono dovute a complicazioni del disturbo, come arresti cardiaci o scompensi elettrolitici e suicidio.
La cura
Il trattamento dell’anoressia spesso prevede ricoveri ospedalieri durante i quali il peso delle pazienti viene tenuto sotto controllo. La dimissione è consigliata quando il peso ha raggiunto un minimo accettabile.
L’anoressica, durante il ricovero, prova una forte ansia in relazione all’idea di ingrassare. Appena uscita dall’ospedale si impegnerà per perdere nuovamente il peso da lei considerato in eccesso. Per tale motivo, i ricoveri brevi e i programmi che richiedono solo di arrivare ad un peso considerato “nella norma” sono poco efficaci.
L’’intervento educazionale andrebbe sempre affiancato alla psicoterapia. Il trattamento delle condizioni psicologiche come la distorsione dell’immagine corporea, la bassa auto-stima e i conflitti interpersonali fanno sentire la paziente come persona importante nella sua totalità. La paziente ha bisogno di sentirsi capita altrimenti interpreterà la sua malattia come una lotta in cui l’unica cosa che conta è il suo peso. L’obiettivo è ottenere nel lungo termine la remissione dei sintomi e la riabilitazione o la completa guarigione.