L’eco ansia è una nuova sindrome, diffusa soprattutto tra i giovani
Definizione di eco-ansia
L’eco-ansia è l’ansia generata dalla consapevolezza dei cambiamenti ambientali. Nella fascia di età under 25 soprattutto, questo tipo di preoccupazione trova terreno fertile.
Chi soffre di eco-ansia?
Più della metà dei giovani tra i 16 e i 25 anni, si dice estremamente preoccupato e stressato per via dei cambiamenti climatici e delle risposte inadeguate date per ora dai governi.
Questi dati sono ampiamente dimostrati dal fatto che il movimento globale Fridays for future in Italia e nel mondo è quasi esclusivamente portato avanti dai giovani e dai giovanissimi. Greta Thunberg, attivista del movimento, ha avuto una depressione durata alcuni anni e causata dalla grande preoccupazione per la sofferenza ambientale.
I giovani sono i più preoccupati per i cambiamenti climatici, ma l’apprensione è presente anche negli adulti. Tutti quanti patiamo se ci sentiamo a rischio di perdere la zona di confort.
Perché sta succedendo?
L’essere umano sta perdendo la sua capacità di adattamento? Ci stiamo abituando a modificare l’ambiente per renderlo più accogliente, mentre dovremmo adattarci noi all’ambiente. Un semplice esempio potrebbe essere il seguente: quando entriamo nell’auto e abbiamo caldo, cosa facciamo? Accendiamo l’aria condizionata e raffreddiamo l’aria a nostro gradimento, anziché adattarci noi alla situazione di caldo.
I cambiamenti climatici ci sono sempre stati, sono un processo graduale e la specie umana ha trovato continuamente un modo di sopravvivere. Molte altre specie non sono riuscite ad adattarsi e si sono estinte. Già in epoche storiche passate è stata dimostrata l’esistenza di periodi di siccità durati molti decenni. Gli uomini di allora vi hanno fatto fronte con i mezzi che avevano un tempo.
Per anni in psicologia si è parlato del concetto di resilienza, ovvero la capacità umana di adattarsi ai fattori stressanti. Per quel che riguarda i cambiamenti climatici questo concetto non sembra essere adatto. Ora serve la capacità di evolversi e riaddattarsi ad un ambiente che sta mutando: non si tratta di un periodo di stress ma di un cambiamento lento e graduale nel tempo.
Cosa si può fare?
Alcuni psicologi suggeriscono che la cosa migliore da fare è re imparare a convivere con l’incertezza. L’uomo si era illuso di poter controllare ogni cosa. L’arrivo del Coronavirus ci ha insegnato che è impossibile sapere cosa ci riserverà il futuro. In fin dei conti abbiamo delle risorse che ci permettono di reagire agli imprevisti. Chiamiamo queste risorse robustezza, pro attività, resistenza… per far fronte ai problemi, a mano a mano che arrivano.
L’uomo è partito dalle caverne e con ansie, stress e depressioni è arrivato al giorno d’oggi. Evolversi vuol dire riuscire a vedere oltre l’ostacolo: chi evolve cambia sé stesso, non pretende che sia l’esterno a cambiare.