Il termine disturbo di personalità è indicato per definire una modalità duratura di percepirsi e comportarsi che si discosta da ciò che ci si aspetterebbe dalla società di appartenenza. Tale patologia è spesso difficile da diagnosticare in quanto non si manifesta con dei sintomi precisi, ma con uno stile di comportamento molto rigido, controproducente, che sembrerebbe un’estremizzazione di ciò che si nota nelle persone normali.
Si dice che tale disturbo sia “egosintonico”, ovvero in sintonia con l’Io del soggetto. Per questo essi non sono consapevoli di avere qualcosa che non va e il più delle volte si rivolgono allo psicologo perché spronati dai familiari, che non li sopportano più. Nei casi in cui sono loro a richiedere un aiuto psicologico, inizialmente è difficile comprendere quale sia il problema. Si lamentano vagamente di molte cose, come ansia, depressione, insoddisfazione nei rapporti interpersonali, ma in realtà la radice della sofferenza è il loro modo di atteggiarsi nel mondo.
Origine del disturbo di personalità
La personalità dipende da fattori sia genetici che ambientali, indubbiamente delle esperienze positive sono in grado di mitigare eventuali disturbi, così come l’invecchiamento attenua alcuni tratti.
Le persone con disturbo di personalità possono essere ben adattati a certi ambienti di per sé patologici che hanno favorito il mantenimento del disturbo. Una volta abbandonato l’ambiente di origine, la persona potrebbe avere delle grosse difficoltà per via dell’incapacità di adattamento, e sentirsi “un pesce fuor d’acqua”. Ad esempio, una famiglia molto rigida potrebbe avere incentivato lo sviluppo di un disturbo ossessivo in un bambino che, fin da piccolo, è sempre perfezionista, ordinato, meticoloso ed eccellente nel rendimento scolastico. Questo modo di essere potrebbe essere controproducente nel mondo del lavoro, dove è necessario essere dinamici, rapidi e delegare dei compiti ad altri. I colleghi di questa persona finiranno per trovarlo “strano”, distaccato, unicamente preso dal lavoro e avranno delle difficoltà a relazionarsi con lui.
I pazienti con disturbi di personalità sono stati da sempre pazienti difficili, solo recentemente si sono fatti dei passi avanti nella cura. Per loro sono necessarie terapie di lunga durata in cui possano essere indagati gli schemi rigidi che caratterizzano il loro modo di fare. Dopo un lungo lavoro, i pazienti possono imparare a modificare la loro visione di sé, del mondo e del futuro su cui basano le loro scelte quotidiane. Data la cronicità del loro disturbo, essi spesso credono che sia impossibile cambiare, si fidano poco della terapia. Altre volte, non si rendono conto che la causa del loro malessere sono loro stessi, non riescono a capire come mai ricadono sempre negli stessi errori, per questo necessitano di un approfondito lavoro di presa di coscienza.
Tipi di disturbi di personalità
I disturbi di personalità sono suddivisi in tre gruppi:
– disturbi di personalità strani ed eccentrici: il tipo paranoide, il tipo schizoide, il tipo schizotipico
– disturbi di personalità drammatici, emotivi e devianti: il tipo istrionico, il tipo borderline, il tipo antisociale, il tipo sociopatico ed il tipo narcisista
– disturbi di personalità ansiosi: il tipo evitante, il tipo dipendente, il tipo ossessivo compulsivo.