L’autostima è la valutazione che ci diamo, il nostro modo di viverci. Dagli psicologi è stata definita in tante maniere, anche complesse, quali “concetto di sé”, “abilità personale”, “autopercezione”, ma tutti noi sappiamo che in base alla nostra autostima dipendono proprio tante cose. Quante volte ci sarà capitato di sentirci dire “non hai fiducia in te”, “non sei consapevole delle tue potenzialità”, oppure “ma chi ti credi di essere”… tutti problemi di autostima!
L’autostima viene determinata da informazioni oggettive e soggettive, riferite a tre tipi di sé:
– sé reale: è la valutazione oggettiva delle nostre competenze
– sé percepito: è la nostra valutazione del sé reale. Difficilmente sé percepito e sé reale coincidono, si rischia sempre di fare “errori di valutazione”
– sé ideale: è come desideriamo essere. Esso è influenzato dalla cultura e dalla società.
… problemi di autostima
I problemi legati all’autostima nascono dalla discrepanza tra sé ideale e sé percepito. Se tendiamo a svalutarci, ci sentiamo troppo lontani da come desideriamo essere, il nostro modello ideale ci appare troppo lontano e irraggiungibile, e noi ne soffriamo. Al contrario, le persone che si sopravvalutano sono convinte di essere come desiderano, hanno raggiunto il loro ideale, ma questa è più che altro la loro opinione.
Il concetto di autostima non è unitario ma si riferisce a differenti ambiti:
– sociale: è in relazione alla cerchia di amici e conoscenti, al rapporto col partner. Si tratta di come stiamo quando siamo con gli altri, se ci sentiamo approvati, sostenuti, aiutati…
– scolastico/lavorativo: quanto ci sentiamo bravi nell’intraprendere un’attività e i vantaggi che questo comporta: buoni voti, carriera, soddisfazione…
– familiare: è influenzata dalla sicurezza affettiva. Nei bambini è saliente il rapporto madre-figlio e le valutazioni dei genitori
– corporeo: è legata all’aspetto fisico e alle prestazioni fisiche.
L’autostima, influenza l’autoefficacia, cioè la consapevolezza di poter raggiungere obiettivi, influenza il tono dell’umore, le relazioni affettive, in generale, influenza il successo nella vita e le scelte di ogni tipo. Alcune malattie psichiche vanno proprio ad intaccare l’autostima, basti pensare alla depressione, a causa della quale il paziente si disprezza e si svaluta, o la mania, per cui il malato si sente una persona molto importante.
Training per l’autostima
Gli psicoterapeuti aiutano i pazienti con problemi legati all’autostima con un apposito training, decidendo su quale dei tre aspetti del sé risulti più opportuno lavorare:
– I pazienti che necessitano di un intervento sul sé reale, sono in genere persone con poche competenze, è bene insegnare loro abilità di comunicazione, risolvere problemi… insomma, sviluppare al meglio le loro potenzialità. Pensiamo al caso di un ragazzo molto timido che pensa di non piacere alle ragazze: l’intervento sarà volto a migliorare le sue competenze sociali per gestire con successo i rapporti interpersonali.
– Quando vi è la tendenza a svalutarsi eccessivamente, è meglio intervenire sul sé percepito aiutando la persona ad esaminare obiettivamente le proprie competenze, riportando fatti che vadano a contrastare le false credenze. Ad esempio, un’anoressica che rifiuta di mangiare perché si vede grassa necessita di un intenso lavoro sulla corretta percezione dell’immagine corporea.
– Meglio concentrarsi sulla correzione del sé ideale qualora il paziente voglia raggiungere dei traguardi per lui davvero eccessivi. Si tratta di aiutarlo a capire da dove provengono i suoi ideali e aiutarlo a ridimensonarli, come nel caso di una teen-ager che si sente fallita perché vorrebbe fare la modella ma è troppo bassa.