Il termine depressione è ormai entrato nel linguaggio comune per indicare un calo dell’umore. Ma in senso clinico il termine depressione maggiore indica una sofferenza ben più grave dell’ordinaria tristezza. Si tratta infatti di un disturbo dell’umore, quello meglio noto come “esaurimento nervoso”. E’ caratterizzato da profonda afflizione, perdita di interesse nei confronti di ciò che prima dava soddisfazione, accompagnate da sintomi somatici e disturbi del pensiero.
Una tristezza intollerabile
La tristezza sommerge l’intera persona e viene avvertita anche a livello corporeo, per cui la si può sentire collocata nel petto, nel cuore, nella testa. Ci si sente svuotati, incapaci di provare emozioni: non si gioisce più per qualcosa di bello, non ci si arrabbia per una situazione irritante, si prova solo un’immensa tristezza.
Cambia l’appetito, che in genere diminuisce, con conseguente dimagrimento. La persona vive a ritmo rallentato, i movimenti risultano più lenti del solito, i discorsi si fanno brevi, la mimica è impoverita, il volto esprime afflizione.
Si avverte una continua stanchezza, anche se non si è fatta attività fisica, ma si possono avere difficoltà nel dormire. Così capita d non riuscire ad addormentarsi, o di svegliarsi a metà nottata senza riuscire a riprendere sonno, altre volte ci si sveglia al mattino molto presto.
Diventa difficile eseguire le normali attività quotidiane, anche preparare un pranzo può essere vissuto come molto faticoso.
Cambia il modo di pensare
Si perde la capacità di pensare, di concentrarsi e prendere decisioni diventa impossibile. La persona passa molto tempo a rimuginare, si concentra sul passato, sugli errori fatti e si convince di non avere mai combinato nulla di buono. Il presente perde d’interesse, il futuro non viene preso in considerazione e non si fanno più progetti, esiste solo un catastrofico passato. Il continuo rimuginare può trasformarsi in veri e propri deliri, i più frequenti sono:
- rovina: si è convinti di essere in condizioni economiche precarie, e ci si sente responsabili per essere così poveri
- colpa: in casi estremi, ci si può colpevolizzare per il solo fatto di esistere
- ipocondriaci: si è certi di avere una forma inguaribile di malattia
- negazione: si può negare parti del proprio corpo, in alcuni casi, la propria esistenza.
La differenza tra pensiero e delirio è che quest’ultimo è profondamente ancorato nel soggetto, non c’è possibilità di far cambiare opinione neanche di fronte a prove inconfutabili.
I pazienti gravemente depressi sono a rischio di suicidio, ma fortunatamente verso l’atto estremo vi è sempre una forte ambivalenza, e nella maggior parte delle persone depresse, accanto al desiderio di porre fine alle loro sofferenze, sopravvive tenacemente l’istinto di conservazione.
Le cure
La depressione maggiore è curabile attraverso i farmaci e la psicoterapia. I farmaci sono indispensabili nei casi di depressione grave, danno buoni risultati sui segni vegetativi, il rallentamento psicomotorio, la perdita d’interesse, i deliri. Ottenuti i primi benefici attraverso i farmaci è importante aiutare il paziente a riprendere le redini della propria vita ed evitare che egli diventi dipendente da pillole. La psicoterapia è consigliata per intervenire sulla bassa autostima, i sentimenti di colpa, la mancanza di motivazione, il ritiro sociale. Inoltre, alcune sedute di psicoterapia proteggono dal rischio di ricaduta: è stato riscontrato che circa la metà delle persone che hanno sofferto di un episodio depressivo, anche se questo è stato ben curato, sono soggette a ricadute nella malattia nel corso della loro vita.