Quando una persona è depressa, tende a passare molto tempo nell’immobilità. Non gli interessa fare nulla, o meglio, gli interessa pensare molto. In genere il depresso è come prigioniero dei suoi pensieri, che si susseguono ininterrottamente, e sono sempre molto, ma molto, negativi. Tutto questo pensare si chiama ruminazione: un circolo vizioso. Quando una persona depressa è imprigionata nella ruminazione, produce pensieri rivolti a sé stesso e trascura ogni stimolo che provenga dal mondo esterno. Mi spiego meglio: egli pensa perché è convinto che solo così potrà trovare una soluzione alla sua malattia, capire cosa potrebbe averla causata, si concentra sui suoi sintomi e sulla sua tristezza.
Il depresso è convinto che usare il pensiero in questo modo gli sarà utile per trovare finalmente la soluzione al loro problema (la depressione e le sue cause), ma purtroppo non è così. Spendere del tempo a ruminare è molto pericoloso perché concentrarsi troppo sui propri sintomi non fa altro che amplificarli, e pensieri negativi non fanno altro che attirare ulteriori pensieri negativi, in un circolo vizioso. Al posto di trovare una valida soluzione, si aggrava il problema e si prolunga la durata di un episodio depressivo.
È molto importante aiutare il depresso a distogliere l’attenzione da questo flusso di pensieri negativi e ad orientarla verso il mondo esterno. Dato che chi soffre di depressione si sente spossato ed è convinto che niente e nessuno sarà in grado di alleviare la sua sofferenza, potrebbe essere poco disponibile a collaborare nel tentativo di distrarsi. È necessario per questo stimolarlo in modo positivo, ad esempio spingendolo a frequentare amici o a fare sport, attività in cui potrebbe ottenere dei rimandi positivi su di sé. In questo modo inizierebbe finalmente un circolo virtuoso, da cui la persona trarrebbe beneficio per la sua salute psicofisica.