Il termine anorgasmia indica l’impossibilità di raggiungere l’orgasmo. Si tratta di un disturbo sessuale con origine organica oppure psicologica, che può interessare sia gli uomini che le donne. Qualora le cause siano di tipo organico, possono derivare dall’utilizzo di sostanze psicotrope o di alcuni farmaci, oppure essere la conseguenza di un trauma, come la lesione al midollo spinale. Ma nella maggior parte dei casi la causa è psicologica, per questo un trattamento psicoterapeutico è consigliato per risolvere il problema.
La fase dell’orgasmo è la terza fase della risposta sessuale, segue la fase dell’eccitazione e precede quella della risoluzione. L’orgasmo si caratterizza nell’uomo, dalla contrazione della prostata, dell’uretra e dei muscoli situati alla base del pene, a cui segue in genere l’eiaculazione. Nella donna l’orgasmo può essere sia vaginale che clitorideo e si caratterizza da contrazioni ritmiche di utero, vagina e muscolatura pelvica. Per entrambi, queste reazioni fisiologiche si accompagnano alla sensazione di un forte piacere e di un’attenuazione della coscienza.
Secondo una spiegazione psicologica, le persone anorgasmiche, pur presentando un’adeguata eccitazione, non riuscirebbero a raggiungere l’orgasmo per la paura di perdere il controllo, per il timore di provare delle emozioni molto forti, di potere fare “brutta figura” davanti al partner, oppure perché temono di sentirsi poi troppo legati all’altro.
Anorgasmia primaria
L’anorgasmia è primaria se è presente fin dall’inizio della vita sessuale del paziente. In questo caso la persona non ha mai provato un orgasmo in vita sua, né attraverso la masturbazione, né attraverso un rapporto sessuale a due. Spesso si tratta di persone che hanno poche conoscenze in materia sessuale, e sono vittime di molti pregiudizi. Ad esempio, una rigida educazione sessuale potrebbe impedire ad una persona di disporre di corrette informazioni e di fare esperienze appaganti. Questa situazione interesserebbe ad esempio alcune donne educate a reprimere la propria sessualità, ad interpretare il piacere sessuale come una “cosa sporca”, a non sentirsi in diritto di avere delle richieste sessuali. Sembrerebbe il caso più facile da curare.
Anorgasmia secondaria
L’anorgasmia viene definita secondaria se il problema si presenta in un secondo tempo, potrebbe ad esempio essere ricollegata ad esperienze sessuali spiacevoli, magari con partner poco attenti o con cui ci sono problemi relazionali. Un cattivo rapporto con il proprio corpo, paura di gravidanze indesiderate, accompagnate a problemi di coppia, non facilitano di certo la situazione. Il non riuscire a provare l’orgasmo potrebbe fare vivere il sesso come qualcosa di frustrante, tanto da causare dei disturbi nel desiderio, ansia da prestazione…
Le cure
Una volta che il disturbo si presenta, può diventare generalizzato se, da un certo momento della propria storia in poi, una persona non riesce più a raggiungere l’orgasmo. Si parla invece di disturbo situazionale se l’impossibilità è legata ad alcune situazioni, come ad un partner o ad un certo momento.
Sono ormai molti i sondaggi che hanno studiato il fenomeno, specie nelle donne. I risultati sostengono che circa un terzo delle donne non riesce a raggiungere l’orgasmo durante il coito (orgasmo vaginale).
L’anorgasmia può essere curata. È bene rivolgersi ad un professionista per avere le corrette informazioni, capire quali sono le cause e cercare una modalità per risolverlo.