La formazione dell’autostima è un processo lungo e complesso, ha origine nei primi anni di vita e prosegue nell’età adulta. Il concetto che abbiamo di noi può subire continue variazioni. Andando avanti con gli anni, si diventa meno dipendenti dal giudizio degli altri e più bravi a valutare le proprie abilità con maggiore oggettività.
La consapevolezza che abbiamo di noi stessi è spesso influenzata dal rimando che riceviamo dall’ambiente, a partire dalla famiglia, dagli amici, dai colleghi. Esperienze di vita positive possono modificare il nostro modo di valutarci e migliorare la nostra qualità di vita. Dall’autostima dipende anche il tono dell’umore, la sensazione di essere appagati…
Gli interventi psicoterapeutici rivolti all’autostima sono frequenti. Il terapeuta può infatti aiutare il paziente a vedersi con occhi più realistici e meno esigenti, oppure insegnargli abilità di cui è carente.
L’autostima cresce con noi
Nei primi anni di vita si dipende per tutto dai genitori, in particolare dalla mamma. Sarà perciò la mamma a suggerire al bambino se è stato buono, se è stato obbediente e se lei è soddisfatta di lui. La mancanza di una propria soggettività fa sì il bambino si giudichi con gli occhi di chi si occupa di lui.
Anche le capacità di autocontrollo sono scarse e fino ai 4 anni devono essere gli adulti a suggerire al bambino come ci si deve comportare. Attorno ai 5 anni l’autocontrollo diventa interno, cioè si acquisisce la capacità di autocomandarsi quale sia il comportamento corretto nelle situazioni. Il bambino è pratico, perciò la sua autostima è soprattutto legata all’aspetto fisico, al sentirsi felice o infelice e, in un secondo tempo, sulle prestazioni.
Verso i 10 anni si comprende che gli altri sono persone distinte, con le proprie esigenze, i propri pensieri e preferenze. Diventa importante imparare a relazionarsi in modo adeguato anche per il proprio tornaconto, per ottenere dagli altri ciò che si desidera (la compagnia, un favore…).
Le abilità sociali sono salienti in adolescenza, quando la persona dà risalto alle relazioni esterne alla famiglia. Avere successo con il gruppo dei pari rafforzerà l’autostima.. Le persone timide ed introverse, anche se brillanti, possono avere i primi rimandi negativi, sentimenti di inadeguatezza ed esclusione.
Le abilità sociali sono salienti in adolescenza, quando la persona dà risalto alle relazioni esterne alla famiglia. Avere successo con il gruppo dei pari rafforzerà l’autostima.. Le persone timide ed introverse, anche se brillanti, possono avere i primi rimandi negativi, sentimenti di inadeguatezza ed esclusione.
Ci vuole ancora un po’ di tempo, fino ad arrivare all’età adulta per staccarsi dal pensiero del gruppo e far valere la propria individualità. La capacità di vivere rispettando ciò in cui si crede origina un soddisfacente concetto di sé. Ci si perfeziona, e si impara a riconoscere di essere eccellente in certi ambiti e scarso in altri.