Uno dei disturbi più difficili da curare per uno psicologo e quello legato alle forme di dipendenza. Se ne conoscono di vari tipi: dipendenza da fumo, da alcool, da cibo, da sostanze stupefacenti, da gioco d’azzardo…
Le dipendenze sono in continua evoluzione, seguono le trasformazioni della società. Negli ultimi anni si sta diffondendo un nuovo tipo di dipendenza, altrettanto pericolosa di quelle sopra citate: si tratta della dipendenza da internet.
In genere, chi è affetto da una dipendenza, è restio ad ammetterlo: ne sminuisce la gravità, sostiene di abusare della sostanza molto meno rispetto alla realtà, svaluta le conseguenze di tale comportamento sulla salute.
Chi ha una dipendenza è convinto di poter smettere quando vuole: ci ha provato alcune volte ma con scarso successo.
Chi è dipendente è poco disposto a curarsi perché i danni relativi al suo comportamento si faranno vedere nel lungo termine (il fumatore di oggi vedrà i danni ai polmoni solo dopo decenni), mentre il piacere legato alla sostanza è immediato (la sigaretta si gode all’istante).
Date queste caratteristiche, per gli psicologi non è semplice curare le dipendenze, perché i pazienti sono poco collaboranti e il più delle volte iniziano le terapie su richiesta dei famigliari e non per la loro motivazione.
Come nasce la dipendenza da internet
Non esiste un profilo tipico del dipendente da internet. Tutti siamo potenzialmente a rischio di diventare ‘addicted’ (termine inglese che indica una situazione di dipendenza).
Prigionieri del web si diventa ad ogni età: se gli adolescenti maschi sono ‘ostaggio’ di giochi di ruolo che si sviluppano online giorno e notte, le donne con i social network rischiano di sostituire le relazioni faccia a faccia con quelle virtuali. Le trappole del web hanno mille volti: dalla pornografia al gioco d’azzardo che spesso ammalia anche uomini in là con l’età.
Il traguardo della pensione può trasformarsi in fase critica: le persone devono riorganizzarsi la vita, si ritrovano a casa sole e il rischio di isolamento è altissimo. Prima si lavorava 8 ore e, finita la giornata, si tornava ai propri affetti.
Oggi con il web ci si connette continuamente, si confonde il tempo dedicato al lavoro con quello della vita privata. È ormai dimostrato che i lavoratori che hanno l’opportunità di connettersi hanno un calo produttivo, tanto che in alcuni uffici è proibito collegarsi a siti che non siano strettamente legati all’ambito lavorativo. Pensateci bene: quanti di voi scaricano la posta personale più volte al giorno mentre sono in ufficio o durante le ore di lezione?
Come si comporta un dipendente da internet
Le persone con dipendenza da internet perdono di vista le cose importanti della realtà, mettono da parte il loro ruolo di genitori, compagni, lavoratori, per privilegiare la realtà virtuale.
Passano troppe ore davanti ad uno schermo e non si rendono conto del trascorrere del tempo, non vedono l’ora di potersi connettere e non riescono a staccarsi. Sempre più la vita virtuale ha ripercussioni negative sulla vita reale, inizia ad essere causa di divorzi o trascuratezze genitoriali, isolamento.
Il web dà l’illusione di fuggire alle problematiche della vita reale, esattamente come un eccesso di alcool o un’abbuffata dà l’impressione di staccare la spina. La web-dipendenza può avere conseguenze estreme: c’è chi ha perso il lavoro, chi non riesce a uscire o a staccarsi dallo schermo. I campanelli d’allarme sono: noia, frustrazione, sofferenza, perdita di opportunità e capacità lavorative, calo del rendimento scolastico, perdita di amicizie, inclinazione all’aggressività. Si smette persino di fare attività fisica.
Gli esperti hanno anche osservato un collegamento con la velocità di connessione: in Paesi come la Corea del Sud dove la velocità di connessione è fino a 4 volte superiore alla nostra, l’incidenza delle dipendenze da Internet è di gran lunga superiore. In Paesi dove la connessione è senza interruzioni si fa più fatica a distogliersi dal web. Un giro di boa è stato anche l’avvento degli smartphone e della wi-fi che mette Internet a portata di mano ovunque, 24 ore su 24.
In alcuni casi i web addicted non vogliono farsi aiutare, esattamente come accade nelle altre forme di dipendenza. Parte un Sos ma si perde per strada, le terapie a volte si interrompono a metà. Purtroppo, essendo un disagio emerso da poco tempo, per la web dipendenza non sembra esserci ancora una terapia adeguata. Il consiglio più saggio sembra essere quello di “sconnettersi” completamente, cosa tra l’altro molto difficile da farsi in una società dove ormai tutto si fa “online”.