L’EMDR è una tecnica di psicoterapia dai risultati promettenti. Fu scoperta nel 1987 da Francine Shapiro. La dottoressa notò che suoi movimenti oculari volontari riuscivano a ridurre l’intensità di pensieri negativi disturbanti. Iniziò così una serie di studi per accertarsi che l’EMDR potesse diventare una tecnica terapeutica efficace. In effetti, dai suoi esperimenti risultò che le persone invitate ad eseguire i movimenti oculari riferivano di trarne un evidente beneficio. Da allora gli studi si sono moltiplicati e l’EMDR è ormai riconosciuto come metodo efficace per il trattamento di numerosi disturbi psicologici. In particolare, è considerato il trattamento d’elezione per la cura dei traumi.
Un trauma non è soltanto un evento vissuto dal soggetto come esperienza catastrofica (come un incidente, una calamità naturale, un abuso) Un trauma è dato anche dalla somma di tante situazioni che si ripetono quotidianamente nella vita del soggetto (ad esempio la presenza di un genitore non accudente).
L’EMDR si è mostrato efficace per la cura di entrambi i tipi di traumi: una sola esperienza catastrofica oppure tanti piccoli traumi che nel tempo diventano paragonabili ad un grande trauma. Questo fa sì che la tecnica sia adeguata per il trattamento della maggior parte delle sofferenze psicologiche, che spesso hanno come causa la presenza nel passato di piccoli traumi ripetuti.
In genere, per affrontare sofferenze che hanno radici profonde possono essere necessari anche anni di psicoterapia. Ci possono essere pazienti che convivono con i loro sintomi da decenni e viene chiesto loro di impegnarsi in percorsi lunghi e costosi. Uno dei punti di forza dell’EMDR è quello di offrire ai pazienti un sollievo più rapido ai disturbi emotivi rispetto alle altre psicoterapie.
Questa caratteristica non deve però illudere gli “aspiranti pazienti”: l’EMDR è sicuramente una marcia in più, ma non è né una panacea, né una sorta di magia.
Nella mia esperienza clinica ho in effetti visto persone risolvere la loro sofferenza con una seduta di circa mezz’ora, mentre per altri pazienti sono state necessarie più sedute della durata di un’ora e mezza. Ho potuto notare che le persone che raggiungevano il benessere rapidamente, erano in genere persone di giovane età con meno sofferenza alle spalle.
Ripenso al caso una giovane studentessa universitaria che si era rivolta a me perché da alcuni mesi non riusciva più a studiare. Era depressa, stava uscendo sempre meno e si sentiva esclusa dal gruppo dei pari. Inoltre, per via del suo stato psicologico, c’erano tensioni con i genitori. Ricordo che un giorno si presentò al nostro appuntamento in lacrime: era disperata perché, a seguito di un episodio spiacevole, le sue sensazioni di inferiorità e fallimento erano aumentate tanto da diventare intollerabili. Con questa paziente avevo in precedenza fatto solo una manciata di sedute al fine di approfondire la sua conoscenza.
Decisi di trattarla con l’EMDR per lenire il suo dolore. Dopo una sola seduta di EMDR di circa mezz’ora le sue sensazioni spiacevoli scomparvero per fare spazio ad emozioni positive. La settimana dopo si è presentò all’appuntamento riferendomi che si sentiva davvero molto bene, aveva ripreso a studiare e riteneva di non avere più bisogno di me. Credo che la ragazza non attribuisse il suo benessere all’EMDR, semplicemente riferiva di sentirsi diversa, non sapeva cosa fosse successo, ma, ovviamente, a lei stava bene così!
Non tutti i casi sono di così semplice risoluzione, ma storie come questa non possono che dare speranza a tutti quelli che soffrono: si può stare bene in poco tempo, fidandosi del proprio terapeuta.