Per lavorare con l’EMDR bisogna identificare un problema specifico. In genere il paziente riporta di soffrire, ma non ha ben chiaro il motivo di questa sofferenza. A meno che non abbia vissuto degli eventi davvero tragici (come un incidente, una grave malattia) egli sostiene di stare male, ma non trovare giustificazioni al proprio malessere: “eppure dovrei essere felice, ho una famiglia, un lavoro, la salute, ma non riesco proprio ad essere sereno, non capisco…”.
Per aiutare il paziente attraverso l’EMDR, lo si riporta con la memoria al passato, alla prima volta che lui ricorda di essersi sentito in quel modo, di avere provato quelle sensazioni spiacevoli che lo hanno portato a chiedere aiuto e alle quali fatica pure a dare una definizione. Da questo primo ricordo si parte, usando la tecnica, seguendo un protocollo strutturato che ne garantisce l’efficacia.
Come si svolge una seduta Emdr
Cosa succede durante una seduta di EMDR può essere paragonato ad un viaggio in treno. Si parte da una stazione, da un posto spiacevole carico di sofferenza, un posto da cui si vuole andare via. Quando il paziente da il via, il treno parte. Durante il suo percorso il treno può attraversare molti paesaggi, alcuni rilassanti e piacevoli, altri angoscianti.
Il paziente non deve fare altro che farsi guidare dal terapeuta in questo suo viaggio, deve fidarsi di chi conduce questo treno: il paziente si limita ad osservare dal finestrino il susseguirsi di questi paesaggi, lasciandoli correre. Quando si parte, né il terapeuta né il paziente sanno quanto durerà questo viaggio, e neppure dov’è la destinazione finale. Il paziente, qualora fosse troppo stanco di viaggiare, o soffrisse troppo, può chiedere al terapeuta di fare una sosta in una stazione dove si sente bene e rimanervi un po’. Inoltre, il paziente capirà quando il suo viaggio è finito perché il treno si fermerà e lui si troverà nella stazione finale, dove starà bene. Se il viaggio risultasse troppo lungo, è meglio interromperlo e continuarlo la prossima seduta, per non affaticare troppo né il paziente né il terapeuta.
Questo viaggio in treno, che in termini tecnici viene chiamato “elaborazione” viene fatto grazie ai movimenti oculari. Il terapeuta, grazie alla sua esperienza, sa adattare i movimenti alle esigenze del paziente.
Durante una seduta di EMDR il paziente può provare emozioni intense, spiacevoli, ma al termine della seduta la maggior parte delle persone riferisce di sentirsi molto meglio rispetto a quando ha iniziato. In genere, la prima seduta è la più sofferta, sia perché si fanno affiorare emozioni che a fatica il paziente tenta di reprimere, sia perché il paziente è un po’ in ansia prima di sperimentare questa tecnica. Le domande più frequenti sono: “Si tratta di un’ipnosi?”, “Mi ricorderò le cose?”, “Cosa mi succederà?” Dopo una prima seduta il paziente prende confidenza con la tecnica e nota che è molto più semplice di ciò che si aspettava!
Quando si decide di intraprendere una terapia con EMDR si affrontano prima le esperienze passate, poi quelle attuali ed infine si lavora su situazioni future. La lunghezza del percorso dipende dal tipo di problema e dalle circostanze di vita della persona: ad ognuno il suo viaggio!