Nella vita si rischia quando ci sono situazioni in cui le possibilità di fallire sono più elevate che quelle di avere successo. Le persone possono rischiare ad ogni età, ma la ricerca del rischio ha grande importanza durante l’adolescenza perché serve per mettersi alla prova, per capire i propri limiti e punti di forza, e per forgiare una nuova immagine sociale da fornire ai coetanei, che è diversa da quella che si ha nella famiglia di origine. Esplorando le proprie potenzialità l’adolescente diventa autonomo, e affina le sue competenze relazionali.
I genitori, dal canto loro, dovrebbero capire quanto è importante per il figlio adolescente mettersi alla prova e prendersi dei rischi sulla propria pelle al fine di diventare adulto. Dovrebbero perciò favorire questo tipo di processo, anziché evitarlo e proteggere i figli eccessivamente.
Gli adulti dovrebbero per questo favorire i seguenti atteggiamenti:
Azioni focalizzate al raggiungimento di un ideale importante, come l’affiliazione ad un gruppo politico o di volontariato;
azioni finalizzate ad un miglioramento personale, come riprendere a studiare o affrontare un percorso di crescita psicologica;
azioni volte a farsi conoscere meglio dagli altri, come favorire la comprensione dei propri gusti o desideri, coltivare una passione sportiva, artistica o musicale.
Queste attività dovrebbero essere proposte per garantire al giovane di sperimentare dei progetti che lo portino a sentirsi una persona di successo e migliorare il suo inserimento nella società.
Gli adulti dovrebbero essere sufficientemente flessibili, da permettere al giovane di fare le proprie esperienze osservandolo, per intervenire soltanto qualora l’assunzione di rischio sia troppo elevata e potrebbe portare a conseguenze negative. I genitori dovrebbero essere in grado di aiutare e proteggere il ragazzo quando lui lo richiede, ma di prendere le distanze quando capiscono che questo è necessario per il suo percorso di crescita.
Come può fare un adulto per prendere una giusta distanza dai figli adolescenti che vogliono la loro autonomia ma non sono ancora sufficientemente maturi? Innanzitutto è bene distinguere quando l’assunzione di rischio è da considerarsi positiva, e quindi funzionale alla crescita, da quando il ragazzo sceglie di “sprecare” il proprio tempo libero con comportamenti dannosi e spericolati. L’adolescente, nel tentativo di maturare, può finire con l’accettare di correre rischi a livello fisico, sociale ed economico per provare emozioni forti e sentire l’adrenalina che circola nel suo corpo: insomma, l’assunzione di rischio diventa la sperimentazione di comportamenti devianti. Gli adolescenti, impegnati nel processo di crescita, insoddisfatti dalla quotidianità ed annoiati, potrebbero scegliere di dedicarsi ad attività che offrono nell’immediato emozioni forti ma che purtroppo non hanno nessun esito positivo per quel che riguarda la loro maturazione personale. Questo atteggiamento, chiamato “Sensation seeking”, è molto diverso dal prendersi dei rischi che abbiano come fine ultimo lo sviluppo della propria socialità ed è diverso dal bisogno di diventare adulti.
Il genitore dovrebbe saper leggere questi comportamenti di allarme, dare importanza ad alcuni segnali come insuccessi scolastici, malumore, coinvolgimento in condotte malsane. Gli adolescenti hanno bisogno di adulti che gli stiano vicino e li aiutino a dare significato alle loro esperienze negative, a parlare dei loro disagi per evitare che tutto ciò si trasformi in azioni inopportune. È importante che i genitori diano chiare indicazioni su quali sono i paletti che non devono essere superati e anticipino quali possono essere le possibili conseguenze di azioni sconsiderate. Gli adulti devono ricordarsi che sono un modello per gli adolescenti, e che questi a loro volta hanno bisogno di sentirsi dire dei no.
Quando i comportamenti del ragazzo sfociano in azioni pericolose che possono favorire delle dipendenze fisiche o psicologiche (come l’uso di droghe, abuso di cibo, comportamenti autolesionistici) devono chiedere l’intervento di uno specialista per evitare che ciò che è un comportamento saltuario si trasformi in un atteggiamento cronico. È necessario quindi guardare oltre un comportamento provocatorio o di sfida, perché spesso questo nasconde un disagio più profondo che va individuato e preso in considerazione.
In conclusione, fa parte dei periodo adolescenziale la ricerca di emozioni forti. Queste però possono essere vissute facendo esperienze da considerarsi propedeutiche per lo sviluppo dei ragazzi, o, all’opposto, possono essere dannose per il loro percorso di crescita. I genitori hanno il compito di monitorare queste situazioni e di indirizzare i propri figli verso la sperimentazione di esperienze costruttive.