Le separazioni in Italia sono in aumento e ancora molte di queste sono una separazione sofferta.
Una separazione porta dolore, rabbia e gelosia per i coniugi, che si trovano a fare i conti con il fallimento del loro progetto famigliare. Oltre alla sofferenza emotiva, molto spesso vi sono problemi economici cui fare fronte, specie per i padri, costretti a cercare una nuova abitazione e a pagare gli alimenti.
I figli stanno male all’idea che i loro genitori non vivranno più insieme ma è bene sottolineare che ciò che li fa più soffrire non è tanto la separazione in sé, ma i conflitti che da essa sono generati. Quando la divisione avviene in modo consensuale, ed i genitori sono attenti nel tutelare il benessere dei figli, essi non manifestano particolari turbamenti. I figli stanno male quando la separazione è accompagnata da rancore e astio. Ciò che fa soffrire non è tanto la separazione in sé, ma i conflitti che da essa sono generati.
Spesso i figli hanno assistito ad un periodo di tensioni in casa, di litigi e malumori: la decisione della separazione si respirava nell’aria. Un momento importante è quello in cui i genitori decidono di affrontare l’argomento della separazione con i figli. Le parole con cui dirlo devono essere studiate attentamente perché i figli se le ricorderanno per il resto della loro vita.
Reazioni dei figli piccoli
I bambini reagiscono a seconda della loro età e possibilità di comprensione. Devono confrontarsi con un nucleo famigliare che si frantuma e assistono alla formazione di un nuovo tipo di famiglia. Si possono vedere dei cambiamenti negativi si comportamento: capricci, difficoltà ad andare all’asilo o a scuola, difficoltà ad addormentarsi, può tornare il problema della pipì a letto che sembrava risolto da tempo.
Devono confrontarsi con un nucleo famigliare che si frantuma e assistono alla formazione di un nuovo tipo di famiglia. I bambini possono temere, ora che se n’è andato il padre, di essere lasciati anche dalla madre. Se il bambino non presenta reazioni preoccupanti, significa che i genitori sono stati molto bravi nel gestirla.
Nei bambini di due, tre anni si può osservare una perdita delle abilità acquisite, ricominciano a sporcarsi, balbettano. Possono apparire tristi, poco interessati ai giochi e richiedono maggiore contatto fisico con l’adulto, ad esempio vogliono dormire nel lettone.
Dai tre ai sei anni è più evidente la rabbia, che può manifestarsi anche con episodi di aggressività sui compagni. Si può osservare umore depresso e scarsa autostima, ansia. Possono pensare che sia colpa loro se i genitori si sono separati: “Se mi fossi comportato meglio i miei genitori non avrebbero litigato!”, e sperano sempre nella riconciliazione di mamma e papà.
Tra i 7 e gli 8 anni i bambini diventano evasivi, parlano poco al telefono, non vogliono suscitare ulteriori problemi. Temono di dover scegliere tra mamma e papà durante i conflitti, mentre loro vorrebbero essere leali ad entrambi perché li amano entrambi. Manifestano tristezza e dolore, hanno momenti di insicurezza, collera, delusione.
Reazione dei figli grandi
Tra i 9 e i 10 anni possono avere collera verso i genitori, difficoltà scolastiche che non vanno drammatizzate perché in questo momento loro hanno bisogno di essere consolati. Possono apparire distratti, disordinati, demotivati, manifestare problemi psicosomatici. La scuola e i compagni per fortuna a questa età diventano più importanti. Vogliono essere stimati dagli adulti e hanno bisogno di stimare gli adulti, ma purtroppo possono venire delusi e come reazione si chiudono in sé stessi. Per gli adulti non è facile mantenere il dialogo, comunicare con dei figli diventati ostili, scomodi: ci vuole amore, coraggio e pazienza.
Dai 12 anni in avanti inizia l’adolescenza. Crescono le chiusure, la ribellione al mondo degli adulti per cercare la propria identità. Nei soggetti immersi in un conflitto queste reazioni sono più veloci, più dure. I genitori vengono svalutati al fine di raggiungere al più presto l’indipendenza. In alcuni casi più problematici c’è il rischio di comportamenti antisociali nei maschi e precoce comportamento sessuale nelle femmine.
In conclusione
Durante il processo di separazione è bene che gli ex coniugi trovino una mediazione del conflitto, perché devono tener presente che ciò che fa male ai figli è non tanto il dividersi della famiglia, ma restare per anni immersi in un clima di rivalse e squalifiche rivolte all’altro genitore che compromettono l’autostima e la fiducia nel mondo esterno.