Il disturbo di personalità antisociale è maggiormente presente in soggetti che vivono in aree urbane povere e con bassa scolarità. È più diffuso tra gli uomini e sembra associarsi ad altri problemi, quale l’abuso di alcool o droga e delinquenza. Si tratta di pazienti considerati per lungo tempo come incurabili.
Il disturbo antisociale sembrerebbe in parte avere origine genetiche. Non riescono a prevedere le conseguenze delle loro azioni, ad esempio, è come se non riuscissero a collegare il tentare una rapina alla possibilità di essere catturati e incarcerati.
Sono persone che ingannano per ottenere vantaggi. Sanno essere seduttivi, affascinanti, e riescono per questo a ottenere favori. Persino dei bravi psicologi finiscono col credere alle loro promesse, pronunciate con tanta convinzione. Illudono gli altri di essere amati, ma la loro invidia gli impedisce di avere delle relazioni autentiche. Sono annoiati, si sentono soli e vuoti ma non sono depressi.
Nonostante le origine genetiche del disturbo, l’ambiente di provenienza non ha facilitato le cose. Hanno avuto un’infanzia difficile con dei genitori a loro volta antisociali, non presenti, aggressivi, che hanno fatto da pessimo modello. I genitori gli hanno insegnato che solo con la violenza si fanno valere i propri diritti e si sono inorgogliti quando hanno saputo che il loro figlio ha avuto la meglio in una rissa. Respirando un’aria di questo tipo, è inevitabile che possano essere qualcosa di diverso!
Ci sono speranze di cambiamento
Ci sono possibilità di cambiamento, se la cura prevede la residenza in una struttura, dove sono costretti ad attenersi a delle regole di comportamento e dove possono usufruire di modelli positivi per apprendere atteggiamenti a loro sconosciuti. Il personale della struttura deve essere ben addestrato contro la loro natura seduttiva, i tentativi di aggirare le norme e di farsi perdonare per trasgressioni. La classica psicoterapia individuale con sedute settimanali non dà alcun risultato, anche perché loro sono poco motivati ad intraprenderla.