La depressione è una malattia psicologica troppo spesso presa sotto gamba. Quando essa viene portata all’attenzione di un medico si tende a scegliere la cura più sbrigativa: quella farmacologica. Si tratta infatti di un intervento pratico (basta ingerire una pillola ad orari determinati) ed economico ( gli antidepressivi sono facilmente reperibili e non particolarmente costosi).
Quanto sono efficaci gli antidepressivi? Difficile stabilirlo, anche perché gli studi che ne garantiscono l’efficacia sono spesso associati a sponsor farmaceutici. Recenti ricerche confermano comunque l’efficacia degli antidepressivi nella cura della depressione in misura modesta rispetto a quanto si pensava. L’efficacia è maggiore con i pazienti gravemente depressi. Nei casi di minor gravità, l’efficacia sarebbe equiparabile a quella di un placebo.
Che fare quindi se ci si ammala di depressione? L’alternativa, valida, potrebbe essere la cura attraverso la psicoterapia.
Confronto tra farmacoterapia e psicoterapia
Cosa succede se si mette a confronto la farmacoterapia con la psicoterapia?
Il gruppo bolognese di Giovanni Fava ha trovato che la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è risultata efficace nella diminuzione dei sintomi residuali (gli strascichi della depressione), sia degli episodi acuti che del numero di recidive in 4 anni (da “La professione psicologo”, n.2, giugno 2009, pp. 33). La psicoterapia ed i farmaci sono risultati egualmente efficaci a fine trattamento, però la psicoterapia offre un effetto preventivo non assicurato dai farmaci. Cioè, a parità di beneficio, quello della psicoterapia dura di più nel tempo e tiene lontane le ricadute!
Dal punto di vista biologico, gli antidepressivi sono efficaci perché aumentano la disponibilità di serotonina a livello sinaptico, inibendo l’attività dell’amigdala e di altre regioni del sistema libico, ovvero provocano un nuovo equilibrio chimico.
La TCC consente di apprendere come attivare efficacemente i meccanismi della corteccia prefrontale nella regolazione degli stati affettivi, con un effetto di lungo periodo presente anche dopo la fine del trattamento. La TCC, attraverso l’apprendimento, è in grado di modificare la conformazione del cervello, proprio a dimostrazione che i cambiamenti prodotti sono duraturi. L’efficacia del trattamento farmacologico non può persistere in quanto non può cambiare il modo di pensare di una persona, cosa fattibile solo attraverso un percorso psicoterapeutico.
Conclusione
In conclusione:
1) La psicoterapia è efficace quanto i farmaci (con qualche dubbio per il trattamento delle forme più gravi di depressione);
2) I farmaci hanno efficacia importante nella fase acuta del trattamento ma non hanno effetto sulle riacutizzazioni depressive;
3) La psicoterapia produce effetti maggiori sulla prevenzione delle recidive sul lungo periodo.
Quindi, dati gli elevati costi sociali della depressione, è più economico investire in una psicoterapia, i cui effetti sono duraturi, che nel solo intervento farmacologico, in quanto il rischio di recidive è troppo elevato.
I pazienti, erroneamente, sono convinti che i trattamenti psicoterapeutici siano molto lunghi ed onerosi, non sapendo che la TCC è una terapia breve, e non mettendo in conto che il prezzo da pagare per una depressione cronica è alto, sia in termini di qualità di vita scadente, spesso spesa a tentare il farmaco giusto, sia di impossibilità di lavorare nel pieno delle proprie forze.