Ci ritroviamo a sprecare molto tempo ed energia per cambiare gli altri, ma il più delle volte questo non succede e ci sentiamo ancora più scoraggiati di prima. Se è così, potrebbe essere utile un training per assertività.
Il modo di reagire quando le nostre esigenze non vengono rispettate varia a seconda del nostro carattere: possiamo stare in silenzio senza esprimere la rabbia, rassegnarci, diventare ancora più compiacenti nella speranza di essere prima o poi ricambiati, oppure reagire con aggressività, accusando il fautore della nostra infelicità. Le differenti reazioni a questa situazione sono accomunate da un’unica motivazione: pretendiamo che gli altri ci rendano felici, ma purtroppo non lo fanno.
La storia di Gianni
Proprio in questa situazione si è trovato Giovanni, un mio paziente. Egli è un brillante imprenditore quarantenne che, nonostante le molte soddisfazioni che la vita gli ha dato, soffre.
L’uomo arriva al suo primo appuntamento con le idee piuttosto chiare: “Sono una persona troppo aggressiva, quasi tutti i giorni tratto male chi mi sta vicino, ma subito dopo mi sento in colpa e me la prendo con me stesso. Il problema è che i miei scatti d’ira sono incontrollabili. Io sono qui per diventare una persona assertiva”.
Secondo la psicologia, ci sono tre principali modi di relazionarsi con gli altri: il modo assertivo, il modo aggressivo, ed il modo passivo. Le persone assertive sono quelle che hanno trovato un giusto equilibrio tra il soddisfare le proprie esigenze e rispettare gli altri.
Le persone aggressive invece sono molto concentrate su sé stesse e non tengono conto delle esigenze altrui. Pretendono, sono convinti di non sbagliare mai e non sentono se gli altri soffrono per il loro irritante atteggiamento. L’aggressivo ha sicuramente il vantaggio di ottenere ciò che vuole, ma col tempo è destinato alla solitudine.
Le persone passive, al contrario, non fanno mai delle richieste esplicite, ma si aspettano che col tempo saranno ricambiati in modo spontaneo. Purtroppo questo non avviene e la frustrazione in loro aumenta sempre di più, fino a che, in certi casi, possono “esplodere”. Subito dopo però si sentono in colpa per come si sono comportati, ed il circolo vizioso ricomincia.
Quest’ultimo atteggiamento è quello che caratterizza Giovanni, che ha sovente scoppi d’ira perché gli altri non si comportano come vorrebbe lui. Non crede di essere una persona capricciosa ed esigente, ma non riesce ad ottenere ciò che vuole e così inizia ad urlare, per poi dispiacersene profondamente. Una delle vittime dell’aggressività di Giovanni è Elisa, la sua fidata segretaria. Purtroppo Elisa è una donna molto distratta, che quasi quotidianamente compie errori sul lavoro. Giovanni spesso rimprovera Elisa, alcune volte fino ad insultarla. Il risultato è che Elisa si agita e sbaglia ancora di più mentre Giovanni, dopo essersi infuriato, si sente in colpa. A quel punto lascia perdere, come se il motivo di tanta rabbia non avesse più importanza. Elisa così non pensa di avere un capo esigente, ma piuttosto un capo lunatico soggetto a sbalzi di umore!
La moglie di Giovanni, Paola, è un’altra delle persone che lo mette in difficoltà. Giovanni se la prende molto quando lei non risponde al cellulare, o non è disponibile ad uscire con lui. L’uomo però non è in grado di fare richieste in modo adeguato alla moglie, o esprimere i propri sentimenti, ma preferisce chiudersi in sé stesso, magari facendo il muso. Paola però non pare accorgersi neppure che il marito è così tanto offeso!
Diventare assertivi
Diventare assertivo è l’obiettivo che Giovanni si è posto iniziando il suo percorso terapeutico. Egli dovrà imparare a fare richieste in modo adeguato, ad accettare i rifiuti, ad esprimere i propri sentimenti e a motivare gli altri. E’ un paziente intelligente, dopo le prime sedute inizia ad assaporare i vantaggi dell’essere assertivo. Nota che si arrabbia molto meno applicando alcuni semplici accorgimenti. Le persone che gli stanno vicino lo capiscono più velocemente e si relazionano con maggior piacere a lui. Giovanni sta sperimentando che per stare meglio non si devono cambiare gli altri (impresa impossibile), ma solo modificare qualcosa di sé stessi. Ancora qualche seduta e Giovanni si sentirà decisamente meglio.