Possiamo definire “perfezionista” colui che tende a volere risultati perfetti. Di perfezionisti ce ne sono di due tipi: quelli che danno sempre il meglio di sé, senza pensare al risultato finale, e quelli che si chiedono in continuazione se quello che stanno facendo può andare bene.
I perfezionisti del secondho tipo sono quelli che soffrono di più, perché sono soggetti ad ansia, depressione, disturbi alimentari. Essi sono perennemente logorati dal bisogno di dare il massimo possibile in molti ambiti della vita, si chiedono se stanno facendo abbastanza e che cosa pensano gli altri di loro. Le ricerche psicologiche ci confermano che vi è una certa correlazione tra i tratti del pehrfezionismo e lo stress. Il perfezionismo, di per sé non è dannoso, ma lo diventa quando la persona si preoccupa eccessivamente delle proprie prestazioni ed è logorato dalla paura di sbagliare. I perfezionisti perciò sono tormentati da pensieri del tipo: “voglio essere il migliore in quello che faccio”, “non posso permettermi di fallire”.
I perfezionisti sono più soggetti degli altri allo stress della vita quotidiana, perché impiegano al massimo le proprie energie per raggiungere gli obiettivi. Gli standard elevati non sono cercati solo nella vita lavorativa, ma anche in quella privata. Dopo una faticosa giornata in ufficio, il perfezionista pretende anche di eccellere nello sport e di cucinare la cena perfetta, senza permettere al proprio corpo di recuperare le energie.
Preparare qualunque progetto per un perfezionista è molto faticoso perché pensa con dovizia ad ogni particolare: purtroppo, alcuni perfezionisti dedicano troppo tempo a curare dei piccoli dettagli di un progetto, ma non riescono poi ad affrontare eventuali imprevisti perché mancano di elasticità mentale. Questo li mette, loro malgrado, a maggiore rischio di fallimento.
I perfezionisti devono poi fare i conti con il timore di essere giudicati dagli altri, qualora i loro risultati non fossero così eccellenti: danno per scontato che tutti si aspettino molto da loro!
Il perfezionista detesta chiedere aiuto a terze persone, vuole fare tutto da sé. In alcune situazioni invece, sarebbe appropriato chiedere i consigli di altre persone, come ad esempio colleghi più esperti. Per via del suo atteggiamento distaccato, il perfezionista è restio pure a richiedere sostegno, cosa che gli impedisce di ricevere supporto emotivamente nei momenti difficili.
Il perfezionista è a maggiore rischio di depressione perché tende a passare molto tempo a rimuginare su un argomento o su una situazione. Il rimuginio lo fa cadere in un circolo vizioso, perché più passa tempo a domandarsi i motivi del mancato raggiungimento del miglior risultato, più sperimenta dei blocchi nella sua produttività. Il calo del rendimento diventa perciò inevitabile.
Potete perciò intuire come un perfezionista possa essere vittima di una profezia che si autoavvera: più teme di sbagliare, più si mette nella condizione di poter fallire realmente.
Come si può evitare che le proprie aspettative, spesso esagerate, e il pensare al possibile insuccesso porti ad un vortice di stress? Un consiglio può essere quello di rivedere al ribasso le proprie pretese, ma dato che il perfezionismo è un tratto di personalità, sarà impossibile riuscirci completamente. Ancora più importante è riuscire a contrastare le proprie preoccupazioni, quindi, sarebbe opportuno iniziare a vedere il bicchiere come mezzo pieno, anziché vederlo sempre mezzo vuoto.
È stato notato che i perfezionisti esagerano nel considerare le conseguenze di eventuali fallimenti. Un buon esercizio potrebbe essere perciò evitare di sopravvalutare o drammatizzare eventuali insuccessi o intoppi nel raggiungere i propri obiettivi: un eventuale fallimento non indica che si è persone incapaci. Perciò, bisogna semplicemente essere meno catastrofici e più realisti.
Proprio perché si tratta di persone perfezioniste, esse sono restie a chiedere un aiuto tempestivo ad uno psicoterapeuta, attendono troppo perché vogliono da soli risolvere le proprie difficoltà. Una volta però presa la decisione di affidarsi ad un esperto, essi tendono a dare il meglio di sé come pazienti… L’esito di una buona psicoterapia non si fa attendere!