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Dott.ssa Alessandra Banche, Psicologa, Neuropsicologa, Psicoterapeuta Cognitivo- Comportamentale, Sessuologa, Pratictioner in EMDR.
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Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, EMDR

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Imparare a farsi valere: il caso di Valeria

Posted on 15 Dicembre 201815 Dicembre 2018 by Dott.sa Alessandra Banche

Valeria è una donna di 35 anni, quando chiede un aiuto psicologico è molto depressa, soffre di insonnia e sfoga il suo malessere principalmente nel cibo. Valeria fa molta fatica a relazionarsi con le persone. Ha difficoltà sul lavoro, con le colleghe. Lavora in un piccolo gruppo formato da sole donne. Ha l’impressione di subire l’aggressività di una collega in particolare, Carla, che spesso le risponde male e l’accusa di non essere efficiente. Valeria ha forte disagio quando lavora, non si sente capace e valorizzata, nonostante siano molti anni che svolge la sua mansione. Valeria ha anche difficoltà a relazionarsi con la sua anziana madre, che con la scusa di darle amorevoli consigli, la critica sovente. Valeria ha poche amiche e pochi interessi, si giustifica con il fatto che il troppo lavoro non le lascia tempo libero. Ha un buon rapporto con il marito, Emilio, ma da qualche mese i due vivono separati a causa del trasferimento lavorativo di lui. Il marito è sempre stato uno scudo per Valeria, con Emilio accanto lei si sentiva protetta. Ora che si trova sola e deve affrontare le incombenze quotidiane, lei si sente debole. Sfoga la sua ansia mangiando e piangendo spesso. Durante il primo incontro, Valeria attribuisce il suo malessere alla lontananza da Emilio, ma le faccio capire che il problema è molto più profondo: soffre perché non riesce ad esprimere i suoi bisogni alle persone, Emilio aveva la funzione di proteggerla ma in realtà non le ha permesso di diventare più forte e affrontare da sola le cose. Propongo a Valeria un piccolo percorso per diventare più assertiva, lei ne è entusiasta, non aveva mai immaginato che una persona potesse modificarsi. Un po’ per volta, pensiamo insieme a quali siano le strategie migliori per affrontare le persone con cui si relaziona quotidianamente. Valeria preferisce iniziare a cambiare nella sfera lavorativa, le sembra più semplice. Quando la collega Carla l’attacca con infelici battute, o, al contrario, non le rivolge la parola, Valeria, utilizzando semplici regole per essere assertiva, spiega in modo sicuro le cose che avrebbe bisogno che Carla facesse o evitasse di fare. Carla pare molto colpita dalla sicurezza di Valeria e inizia a valorizzarla, gli attacchi nei suoi confronti diminuiscono notevolmente. Valeria a questo punto chiede apertamente maggiore collaborazione a tutta l’equipe di lavoro, non vergognandosi più di mostrare i suoi lati deboli. L’equipe apprezza molto il modo di comunicare di Valeria, e le colleghe le confidano che precedentemente si trovavano in difficoltà perché non riuscivano a capire quali fossero le sue necessità lavorative. La donna, migliorando le sue relazioni a lavoro, inizia a dormire serenamente e non sente più il bisogno di rifugiarsi nel cibo. Vedendo che ha ottenuto dei buoni risultati in ambito lavorativo, prova a sperimentare la sua assertività anche con la madre. Durante una delle frequenti critiche della madre nei suoi confronti, Valeria si rende conto di non sentirsi più offesa e in difetto, ma riesce ad esternare la sua sofferenza per non sentirsi apprezzata. La mamma ovviamente sminuisce la cosa, non può certo ammettere di essere stata troppo dura, ma da quel momento smette anche di criticarla. Come ultimo passo della terapia, Valeria riesce ad affrontare la suocera, di cui non ha mai sopportato l’evidente preferenza verso la figlia a discapito del marito Emilio. Valeria in modo non offensivo fa notare all’anziana donna la differenza di trattamento tra i due figli, la suocera si gira e cambia discorso, ma Valeria è soddisfatta perché grazie a lei per la prima volta in famiglia non si fa più finta di nulla per la situazione. Valeria ormai si sente forte e capace, la sua depressione non c’è più perché ha imparato ad essere assertiva, ovvero, a trattare nel giusto modo con gli altri. A questo punto, possiamo interrompere la terapia perché lei sta bene.

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