Cos’è l’ortoressia? La si potrebbe definire una “nuova patologia”, una conseguenza negativa del nuovo millennio. È un disturbo ancora poco noto, difficile da riconoscere, ma che si sta lentamente.
L’ortoressia fa parte della gamma dei disturbi alimentari. Le persone che ne soffrono sono ossessionate dall’alimentazione, proprio come un anoressico o un bulimico, e proprio come loro possono addirittura trovare la morte a causa di questa patologia.
L’ortoressia, che letteralmente significa “appetito corretto”, è l’ossessione maniacale per l’alimentazione sana. Essa è stata descritta per la prima volta nel 1997 da un dietologo statunitense, Steven Bratman, che si occupò di studiare un quadro clinico che prima di allora non era mai stato preso in considerazione.
Il disturbo inizia con il desiderio di controllare la propria alimentazione per potere raggiungere la salute perfetta. A differenza degli anoressici e dei bulimici, gli ortoressici non si preoccupano della quantità di cibo, ma della loro qualità. Possono digiunare anche per giorni se temono che i cibi che a disposizione possano essere contaminanti per la loro salute, fino a morire.
Gli ortoressici non hanno un’alimentazione equilibrata e hanno carenze nutrizionali. Partono da informazioni corrette sugli alimenti per arrivare a formulare delle teorie deliranti sul cibo. Ad esempio un ortoressico potrebbe leggere che il 70% del corpo è costituito da acqua (vero!) e da qui dedurre che tutto ciò che mangia deve contenere il 70% di acqua. Questo è un esempio di pensiero illogico, perché solo una minima percentuale di acqua viene introdotta con gli alimenti, in quanto l’acqua presente nel corpo umano viene regolata dall’organismo.
E’ complicato fare la spesa alimentare..
La fissazione per la qualità degli alimenti è legata alla paura di poter contrarre delle malattie trasmesse da cibi contaminati. All’inizio gli ortoressici sono preoccupati per la loro salute, ma ad un certo punto diventano dei fanatici dell’alimentazione. Il cibo deve essere incontaminato, e controllano al momento dell’acquisto la sua origine, la modalità di produzione, confezionamento, conservazione. I pomodori sono stati trattati con i pesticidi? Le mucche hanno assunto ormoni? Le verdure crude sono confezionate con plastica cancerogena? Le verdure già cotte hanno perso i loro nutrienti durante la cottura? Per non parlare degli OGM…
.. e preparare il cibo
Alla prima fatica dell’acquisto dei cibi segue poi la loro preparazione, altrettanto problematica: alcuni cibi devono essere consumati da soli, altri possono essere mangiati solo in certi orari… Il dove cercare e come consumare il cibo diventa il principale interesse, tanto da compromettere gli studi, il lavoro, le relazioni. Gli ortoressici ad un certo punto preferiscono isolarsi: per loro è intollerabile consumare dei pasti insieme a chi non condivide le loro stesse modalità di nutrirsi.
Esempio di un caso clinico
Nel 2005 è stato pubblicato un caso di una paziente con ortoressia spagnola che è diventato esemplificativo per capire come funziona la malattia. La paziente in questione, su consiglio di un nutrizionista, a 14 anni ha seguito una dieta per controllare l’acne, eliminando i grassi dall’alimentazione. A 16 anni decide in autonomia di diventare vegetariana. A 24 anni elimina anche il latte e le uova. Andando avanti con l’età, nel tentativo di avere un’alimentazione sempre più sana, finisce con eliminare la maggior parte degli alimenti. Viene ricoverata a 28 anni quando pesa solo 27 chili. Questa paziente, che banalmente potrebbe essere confusa con un’anoressica, non era interessata al dimagrimento, ma all’alimentazione perfetta, che col tempo si è invece trasformata in malnutrizione.
Pertanto bisogna fare molta attenzione a non prendere troppo sul serio i consigli alimentari degli esperti e a non farsi coinvolgere eccessivamente dalle notizie legate e cibi contaminati o dannosi che troppo spesso i mass media ci forniscono. Il nostro cervello potrebbe fare strani scherzi e nelle persone più fragili trasformare quello che può essere il consiglio per una sana alimentazione in una malnutrizione patologica.